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“Pensare” in  3D: il racconto di un’innovazione trasformativa nella voce di Romolo Stanco, Bianca Advanced Innovations

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Gianluca Alaimo, Erica Marson, Romolo Stanco e Ferdinando Auricchio ai laboratori dell’Università di Pavia con il primo prototipo stampato in 3D

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La stampa 3D sta uscendo sempre più dai laboratori per diventare una risorsa standard in più di un contesto. Il 22 marzo 2023 Terran 1, un vettore spaziale per la maggior parte stampato in 3D ha superato per la prima volta la linea di Kármán, la linea immaginaria posta a 100 chilometri sul livello del mare che fa da demarcazione tra l’atmosfera terrestre e lo spazio esterno.

Gli sviluppi delle tecnologie di stampa 3D ci mettono nella condizione di avvicinarci sempre più alla personalizzazione di massa, per creare risorse in grado di rispondere al meglio alle esigenze delle singole persone: pensiamo ad esempio ai tradizionali tutori ortopedici realizzati in gesso, che oggi è possibile stampare in 3D sulla base della morfologia dell’arto del paziente.

Come si può accelerare ulteriormente lo sviluppo di queste tecnologie per coglierne prima i vantaggi? Una spinta al cambiamento può nascere dalle competizioni sportive, dove il tecnicismo più estremo, unito al gesto atletico, può far vincere sfide e aiutare a stabilire nuovi record.

Ne parliamo con Romolo Stanco, CEO di Bianca Advanced Innovations, protagonista di un’innovazione che nasce anche nel Protolab dell’Università di Pavia, nel contesto del CompMech del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Pavia, oggi facente parte del T-Lab ITIR dedicato a Deeptech e Manufacturing Transformation, guidato dalla chair Stefania Marconi.

Romolo, grazie per il tuo tempo, ci racconti qualcosa di più del tuo percorso?

Con piacere! La mia formazione di fisico e architetto mi ha portato negli anni a sperimentare con forme e materiali, ad esempio realizzando lampade in leghe a memoria di forma, vasi che forniscono luce fatti di legno liquido e persino un grande cubo, capace di accumulare e rilasciare energia grazie alla sua pelle fotovoltaica (quest’ultimo è stata utilizzato al World Future Energy Summit di Abu Dhabi nel 2014 per rappresentare l’Italia).

Avvicinarmi alla stampa 3D è stato assolutamente naturale e l’incontro con Erica Marson, amministratrice di T°RED Bikes, mi ha permesso di concentrare le mie ricerche e le mie energie nell’applicare la stampa 3D al settore del ciclismo, per realizzare bici da gara personalizzate, sviluppando un processo ed un software proprietario per plasmare il design della bici sul corpo umano.

Romolo Stanco controlla un prototipo stampato in 3D
Romolo Stanco controlla un prototipo stampato in 3D

Con il brand TOOT Advanced Engineering, nelle sue divisioni Racing – dedicata ad atleti professionisti per le competizioni più sfidanti – e Performance – dedicata agli appassionati che desiderano la massima performance – stiamo portando avanti un messaggio di massima personalizzazione: One Cyclist, One Bike.

Il cambio di prospettiva è netto: la bici non ha senso di esistere senza la sua controparte umana, senza l’individuo che ne determina forma e funzione.

Studio e analisi della posizione che assume un ciclista che pedala in sella alla sua bici
Studio e analisi della posizione che assume un ciclista che pedala in sella alla sua bici

Grazie a degli appositi scanner 3D siamo in grado di catturare tridimensionalmente l’atleta nelle sue forme, per poi realizzare rapidamente un primo prototipo in grado di restituirci attraverso la scansione congiunta, appositi sensori di telemetria e il riscontro dell’atleta le informazioni necessarie per arrivare, iterazione dopo iterazione, al risultato finale, la combinazione perfetta persona-mezzo.

Analisi della posizione e progettazione della geometria
Analisi della posizione e progettazione della geometria

Con l’esperienza maturata progetto dopo progetto abbiamo imparato a “pensare” in 3D, prima ancora di scansionare e stampare in 3D, ottimizzando il processo e riducendo il numero di iterazioni: attenzione però, in quello che sembra un processo in cui è la tecnologia a predominare, ancora una volta è la nostra capacità di immaginare il possibile e trasformarlo in realtà a fare la differenza, in un continuum che va da chi progetta e realizza il mezzo alla persona a cui è destinata, che contribuisce in maniera determinante con la sua fisicità ed il suo feeling al risultato finale.

Come nasce la collaborazione con ITIR, il laboratorio di stampa 3D e in generale l’Università di Pavia?

Nel Protolab del gruppo Compmech, ho incontrato una realtà – magistralmente condotta dai professori Ferdinando Auricchio e Gianluca Alaimo – tra le più avanzate al mondo su questo fronte, sia per dotazioni tecniche che per processi e competenze.

Grazie al supporto di questa realtà nella fase di engineering, analisi strutturale dinamica e fine tuning della fase di produzione attraverso decine di prototipi e modelli siamo in grado di presentare all’edizione 2023 di SPS Italia, la fiera di automazione e digitale per l’industria, la bici X23, primo concreto risultato del progetto X2_: ogni parte è stata accuratamente studiata, per comprenderne i carichi, per poi venire sviluppata sotto forma di prototipo e infine realizzata con tecnologie di stampa 3D metallica, dopo un meticoloso lavoro che ha permesso ad ogni componente di svolgere al meglio la sua funzione.

Ferdinando Auricchio, Gianluca Alaimo e Romolo Stanco con il prototipo X23 Swanigami
Ferdinando Auricchio, Gianluca Alaimo e Romolo Stanco con il prototipo X23 Swanigami

Questo risultato nasce da una collaborazione già collaudata nello studio e realizzazione di ASHEETA 3D, un manubrio stampato in 3D in acciaio 316L proprio nel Protolab di Pavia capace di ottimizzare la posizione aerodinamica dell’atleta, migliorandone le performance: nato dai successi già ottenuti con ASHAA, un manubrio usato da Campioni del Mondo come Aaron Gate e Elia Viviani, insieme a molti altri ciclisti di primo piano, incarna il concetto di personalizzazione estrema alla base della nostra realtà. In sole 24 ore, con la stampa 3D, siamo in grado di realizzare un esemplare funzionale da mettere a disposizione dell’atleta per mettere alla prova handling, ergonomia e impugnatura, consentendo di testare la posizione in galleria del vento.

Sulla base dei riscontri ottenuti il manubrio viene ri-parametrizzato, inviato all’UCI per la registrazione e messo in vendita con l’indicazione delle sue caratteristiche, per permetterne l’utilizzo in gara.

La medesima innovazione di processo la riportiamo nel progetto X2_, per incarnare il nostro motto “one cyclist, one bike”, in cui mezzo e persona si fondono in un unicum capace di aiutare la singola persona ad esprimere il proprio potenziale atletico al 100%.

Ringraziamo Romolo Stanco per la sua disponibilità nel raccontare la collaborazione con l’Università di Pavia, che testimonia il potenziale di queste tecnologie e di questi processi, arrivando a soluzioni anche solo pochi anni fa impensabili sia come tempi di sviluppo che come costi di realizzazione.

I processi di stampa metallica 3D additiva rappresentano oggi una vera e propria “tecnologia trasformativa”, in quanto in grado di abilitare scenari radicalmente diversi rispetto al passato, ridefinire le catene del valore e le loro logiche, stimolare la transizione verso nuovi paradigmi produttivi, impattare sulle abitudini produttive e aprire ad innovazioni in grado di migliorare il nostro quotidiano e le nostre vite.